UNA STANZA TUTTA PER ME
Estate 2020. Nel bene e nel male, quell’estate mi ha cambiata. Non tanto per il COVID, ma perché è stata la prima volta che mi sono avvicinata a Virginia Woolf . Da quel momento, è iniziata la storia d’amore più intensa e duratura della mia vita (oltre a quella con il mio ragazzo, ovviamente). Parlare di lei, però, non è mai semplice. Non lo è per un motivo particolare: la sindrome dell’impostora. Tutti ne parlano – dai profani agli accademici – e io mi sento sempre perseguitata da una serie di domande: Chi sono io per parlarne? Che diritto ho? Ne so abbastanza? Quest’anno, però, voglio liberarmi di questa voce insistente e fastidiosa. Scrivere di Virginia Woolf è un atto di resistenza, un modo per riflettere su ciò che mi ha insegnato e su quanto sento che lei, con il suo modo di scrivere e di essere, mi abbia salvata. Questo non sarà un saggio critico, né una lezione su di lei. Sarà una riflessione, un rincorrersi di pensieri che non ho voglia di ordinare, perché Woolf stessa mi ...